Come funziona il cervello dei nostri figli?

Di recente, mi è capitato di cercare informazioni sul cervello dei bambini e devo dirti che il mondo delle neuroscienze mi ha aperto completamente la mente. Ha cambiato totalmente la mia visione del bambino.

Mi sono sempre chiesta cosa succedesse all’interno della testolina di mia figlia e di come si sarebbe sviluppata nel corso della sua vita. Come è riuscita a passare dal gattonare al camminare, a capire cosa le piace oppure no, come ha fatto a trasformare un vagito in una parola. Ti sembrerà banale, ma ti sei mai domandato/a come riesce tuo figlio a crescere e sviluppare abilità in così pochissimo tempo? O come mai ci sono momenti in cui da calma apparente scoppia a piangere e si dispera come se fosse la fine del mondo?

Io si, e ho letto una marea di libri a riguardo, infondo all’articolo ti lascio i miei preferiti 😀

Ciò che mi ha catturato di più, è stato lo scoprire che c’è un perché a tutti quei comportamenti dei bambini, che noi adulti spesso reputiamo “strani” . Di cosa sto parlando?

Ti è mai capitato di vivere situazioni in cui un attimo prima tuo figlio stava facendo tranquillamente le sue azioni quotidiane come mangiare colazione, e un attimo dopo ti urla in faccia e piange perché non la vuole più?

Oppure mentre sei al supermercato, in un attimo ti ritrovi in mezzo alla corsia con tuo figlio in preda a una crisi isterica perché gli hai detto che non poteva comprare quel pupazzo?

Ti sei mai trovato in preda al panico in mezzo al ristorante mentre tuo figlio sbatte i pugni a terra contro il pavimento e tu non sai nemmeno il motivo?

In tanti anni passati a fare l’educatrice in oratorio e nei campi scuola, ho sempre catalogato questi comportamenti come capricci, o poca educazione da parte dei genitori. Logicamente mi sbagliavo. Ora che non sono più una semplice educatrice ma sono anche mamma, mi sono sentita in dovere di dare un perché a questi scenari particolari che mia figlia, Fiore, attua nei miei confronti. Io sono cresciuta a suon di castighi e premi e le classiche frasi “ Se non la smetti subito, ti metto in punizione “ ,ma non per questo ho attuato lo stesso comportamento con mia figlia. Secondo te, i nostri figli, ci rendono la vita difficile di proposito? Sono solamente capricciosi e testardi? Queste idee, sono favorevoli ad un buon rapporto familiare ?

Sai, io credo che essere genitore sia un grande privilegio quanto una grande responsabilità. Un genitore, sta crescendo l’adulto di domani e se ci pensi un attimo, questo compito non ti sembra importante quanto pensare al futuro del nostro pianeta?

Il pensiero del “ Si è sempre fatto così, quindi va bene anche per me”, a me ha stufato. Voglio fare la differenza nel futuro di mia figlia, lo voglio per la sua vita, ma soprattutto per il mondo in cui lei vivrà domani e dell’adulto che sceglierà di essere.

Perciò eccomi qui a raccontarti cosa ho scoperto. Non sono un medico, nemmeno uno specialista, perciò cercherò di essere il più terra terra possibile per arrivare a tutti quei genitori che come me, vogliono sperimentare il “lavoro” del genitore in maniera più consapevole.

Il cervello del bambino cambia dal punto di vista fisico, nel corso di tutta la sua vita. E come si sviluppa e si plasma? Attraverso l’esperienza. Ogni esperienza che facciamo nella vita, cambia la nostra attività mentale e questo ci da la possibilità di modificare in continuazione le connessioni fra i neuroni, per poter raggiungere un grado più elevato di concentrazione, felicità, obiettivi e lo stare bene con se stessi.

In pratica, ogni cosa che insegni a tuo figlio gli rimarrà impressa sotto forma di connessioni che, quasi sicuramente, lo accompagneranno per il resto della sua vita.

(Non so a te, ma a me, questa frase ha fatto riflettere su quanto la responsabilità di un genitore sia incredibilmente alta.)

Il bambino plasmerà il suo cervello con tutte le piccole azioni quotidiane: trascorrendo tempo in famiglia, con gli amici, a scuola e imparando a conoscere il mondo e instaurando relazioni. Il cervello di nostro figlio è infatti composto da un emisfero sinistro uno destro e uno chiamato rettiliano.

Quello sinistro ama l’ordine, è razionale, logico e linguistico. Dispone le cose in base a un ordine preciso, una sequenza e un sistema. Ha la capacità di esercitare l’autocontrollo, gli piacciono le liste, l’organizzazione.

Quello destro è olistico. Non si interessa ai dettagli, si interessa più alla situazione generale, all’esperienza. Preferisce la comunicazione non verbale e si dedica alle espressioni del viso e del corpo, alla gestualità, al tono della voce. L’ordine non gli interessa, si occupa dei ricordi, di piccoli momenti ed emozioni. Grazie a lui puoi provare quelle che chiami “sensazioni di pancia”, le emozioni del cuore. Questo emisfero è più intuitivo, emozionale ed artistico.

Quello rettiliano è il più antico. Nell’arco dell’evoluzione dell’uomo, il cervello ha subito molte trasformazioni, si è evoluto, ma questo non vuol dire che sia diventato più intelligente, ma semplicemente si è aggiornato incorporando nuove abilità e strumenti. Quello rettiliano, si trova nella parte inferiore ed è quello che abbiamo in comune con i rettili, ci permette di lottare per la sopravvivenza. Lui è in grado di farci sentire il senso di fame, ci consente di respirare, ci fa sentire arrabbiati e provare la paura.

Come puoi vedere, il cervello umano è un agglomerato di ragione, sentimenti ed emozioni. C’è però una cosa fondamentale da sapere, i bambini nei loro primi anni di vita non hanno la capacità di realizzare l’integrazione fra le diverse parti del cervello, in pratica trovano difficoltà a:

  • Prendere decisioni
  • Gestire le proprie emozioni
  • Controllare i propri impulsi
  • Capire ragionamenti di causa – effetto
  • Avere la capacità di seguire istruzioni
  • Sviluppare empatia

Immagina che il cervello di tuo figlio sia una casa in costruzione, con le fondamenta da costruire e i muri e i pilastri portanti da dover sviluppare . Il suo cervello è quindi in piena costruzione e matura dal basso verso l’alto e da dietro verso davanti. Questo perché la corteccia pre frontale, quella situata più o meno in pari alla nostra fronte, è l’ultima a svilupparsi. La sua maturazione completa arriva quando si raggiungono i 25 anni circa di età, è proprio lei che si occupa di gestire tutte quelle infrastrutture celebrali che un adulto dovrebbe avere. Dopo tutte queste premesse:

I nostri figli, nei primi anni di vita, non sono in grado di autoregolarsi!

Perciò quando entrano in quello stato che noi chiamiamo “crisi” il loro cervello sta usando troppo più un emisfero escludendo l’altro. E’ come se il loro cervello andasse completamente in TILT.

Per questo motivo il bambino si sente in pericolo, si mette in una situazione di allerta dando il via a comportamenti irrazionali, impulsivi, che non può controllare. La paura prende il sopravvento e perde il controllo di tutte le sue emozioni.

Nel primo anno di vita di un bambino, comandano il cervello rettificano equello emotivo. E’ inutile pensare di mettersi a ragionare con un neonato che ha sonno o fame, pensando di poter risolvere la situazione in modo razionale, l’unica cosa che resta da fare è soddisfare le sue esigenze. In questi anni i genitori devono attuare diversi tipi di strategie per riuscire a trovare un punto d’incontro tra i suoi istinti più primitivi e le sue necessità emotive.

Quando il bambino raggiunge il suo terzo anno di vita, il cervello razionale si fa sentire e assume un ruolo fondamentale nella vita del bambino. Se sei un genitore che ha già vissuto la fase dei mille “perché”, beh, hai assistito alla comparsa dell’emisfero sinistro. In questa fase il bambino sperimenta la logica attraverso il linguaggio, ed è interessato a conoscere i rapporti di causa – effetto. Ecco perché ti riempie di domande fino allo sfinimento 😆 (Ora che lo sai, vero che vedi già tutto da un’altra prospettiva?)

L’integrazione degli emisferi, è ciò che serve al bambino per aiutarlo a non sbandare troppo da una parte all’altra, e per imparare a vivere in maniera equilibrata, capace di comprendere se stesso e gli altri. È necessario che i cervelli lavorino in sinergia.

Il ruolo dell’adulto

Indovina un po’ chi ha le competenze per aiutare il bambino in questa grande impresa?

TU! Il nostro compito è aiutare i nostri figli a superare le crisi, ma non solo, a raggiungere l’emisfero che non stanno utilizzando in quel momento, e diventare porti sicuri, leader e guide responsabili.

Quello che ti servirà integrare dentro di te, è la consapevolezza che tuo figlio ha bisogno di un co- regolatore che lo aiuti nei momenti di tilt attraverso empatia, limiti, affetto e comprensione.

Il tuo comportamento sarà fondamentale. Bisognerà cercare di attuare strategie particolari per riuscire a metterci in contatto con la parte del cervello che ha preso il sopravvento. 

“ Proprio in questi giorni sto affrontando con Fiore il distacco dal seno. Ha quasi sedici mesi, e io mi sento arrivata al traguardo finale, ho bisogno di smettere di allattare, per me stessa e la mia salute mentale 😉 . Ogni volta che nego il seno, logicamente Fiore va in Tilt, la parte inferiore del suo cervello manda allarmi a tutto spiano, inizia a piangere, disperarsi, sovente si accascia sul pavimento e urla. Prova emozioni forti e non riesce a ragionare. Cosa ho fatto? Ho cercato di entrare in connessione con lei attraverso la comprensione. Mi sono messa al suo livello, l’ho abbracciata, le ho comunicato che cosa stesse provando: paura, rabbia. Ho usato il linguaggio del corpo per farle capire che io ero lì, per lei, pronta a consolarla e poi ho cercato di porgere la sua attenzione verso altro. Le ho proposto di andare in cucina, preparare uno snack e bere un po’ d’acqua. Ha smesso di piangere e felice ha pensato ad altro.”

Io e Fiore nei nostri momenti di intesa

Ora avrai capito perché la rabbia di tuo figlio, a volte prende il sopravvento. Ci sono tantissime strategie per entrare in empatia con i nostri figli, ecco qui due consigli che mi stanno rendendo la vita più semplice:

NOMINIAMO LE EMOZIONI Quando l’emisfero destro esplode con emozioni intense e incontrollabili, aiutate i vostri figli a riconoscere cosa stanno provando. Nominiamo l’emozione e se sono un po’ più grandini chiediamo loro cosa li fa star male. In questo modo stiamo aiutando nostro figlio a dare un senso a quell’esperienza connettendoci con l’emisfero sinistro.

SVILUPPIAMO L’EMPATIA Quando vostro figlio è in preda a una crisi emotiva, il nostro compito è quello di metterci in sintonia con lui attraverso l’empatia. Prendiamo con rispetto ciò che sta provando e cerchiamo di trasmettergli sicurezza, forza e presenza. Potete usare frasi come :

“Mi spiace che sei così triste”

“Lo so, anche io avrei voluto tanto…”

“Sono qui se ti serve un mio abbraccio”

“So che sei arrabbiato, anche io lo sarei se…”

Evitate frasi come :

“Ma dai non è niente”

“Non preoccuparti, non essere triste”

Non fingiamo che non succedano le cose. I nostri figli hanno bisogno di vivere ciò che provano riconoscendo i loro sentimenti. Riuscire ad aiutarli a crescere per me è davvero una conquista non indifferente. Cresceremo noi come individui, affrontando sfide e rimanendo presenti, aiutandoli a crescere in un mondo più consapevole.

Spero che questo articolo possa esserti stato utile. Sarei curiosa di sapere cosa ne pensi di questo argomento e come gestisci i i momenti di crisi. Se ti va, fammelo sapere nei commenti.  

Ah dimenticavo… Qui di seguito, ti lascio il link dei miei libri preferiti e alcuni miei articoli, dacci un’occhiata magari trovi qualcosa di interessante! Per nuove informazioni ed aggiornamenti mi trovi quotidianamente sui social Instagram e Facebook come Ledda Family Blog! Grazie a questi canali condivido la vita quotidiana, mia e di Fiore, alcune riflessioni sulla genitorialità consapevole e se non l’hai mai visto, ti invito ad ascoltare il mio podcast genitori in evoluzione!


A presto e buona giornata/serata!

Jessica

Libri sul cervello del bambino

Il cervello dei bambini spiegato ai genitori

Intelligenza emotiva

Yes Brain

12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino

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