Lasciare spazio come aiuto alla vita

Ogni bambino quando nasce, vive un percorso biologico e naturale esattamente identico in tutto il mondo. A circa sei mesi riesce a stare seduto, a dodici mesi prova a camminare, cresce e si sviluppa in modo naturale con tappe ben precise; ma cosa accade di diverso in ognuno di loro durante questo tempo? Perché una persona diventa adulta in modo diverso da un’altra? Possiamo spiegare questo fenomeno per due motivi: il primo è di carattere biologico il secondo è stabilito dall’ambiente in cui quel bambino cresce. Quando parliamo di ambiente si intende la cultura, lo spazio e la lingua con cui il bambino viene a contatto e assorbe ciò che lo circonda. 

E’ in questo modo che un bambino sviluppa caratteri diversi da un altro e che vive esperienze differenti. Il magnifico lavoro del genitore è quello di guidare questo stato mentale incosciente e creativo verso una speciale attenzione ai bisogni del bambino. Questa sensibilità interiore viene anche chiamata periodo sensitivo, perché è un bisogno temporaneo che la natura dona al bambino per completare una certa sua abilità. L’adulto ha quindi il compito di riconoscere e aiutare il bambino a sviluppare le sue esigenze interne che non sono altro che spinte interiori, bisogni primari che lo aiutano a creare se stesso.

Con questa piccola digressione sugli studi che Maria Montessori ha sviluppato nel corso della sua vita, si capisce come sia importante il concetto di “lasciare spazio” e come sia altrettanto fondamentale il compito dell’adulto genitore stabilire dentro sé schemi ben precisi per aiutare il bambino a svilupparsi da solo. Questo concetto è molto più complesso del semplice lasciar fare al bambino ciò che vuole, non ha nulla a che vedere con questo; c’è una grande preparazione interna che porta il giovane genitore a diventare una guida attenta e osservatrice, un porto sicuro in cui il bambino può testare le sue emozioni e trovare la strada per capire il funzionamento delle cose e delle sue emozioni interne. 

Il bambino piccolo attraverso la sua personale scoperta del mondo, crea dentro sé le basi per sviluppare la propria fiducia verso se stesso e nei confronti del mondo e mostrando le proprie abilità nel saper fare, svilupperà la propria autostima. Questo processo comincia fin dalla nascita e prosegue tappa dopo tappa a seconda dell’età del bambino.

E’ quindi il momento di porci una domanda fondamentale: 

E’ meglio non lasciar fare o ascoltare ciò che il bambino ci sta chiedendo?

A questo proposito, gli studi della Montessori tornano di nuovo ad aiutarci. Il bambino ha un estremo bisogno di agire, fare e ripetere perché è solo attraverso queste azioni che la sua mente si sviluppa e si costruisce. Pensate che forza immensa hanno i bambini, riescono nel giro di un anno a passare dall’essere inermi al camminare, dal nutrirsi di soli liquidi a saper masticare completamente in autonomia, da soli. Se a otto mesi gli mostriamo una pallina loro proveranno a strisciare per andare a prenderla e quando vedranno degli scalini proveranno a scalarli. I bambini hanno una forza incredibile che noi adulti non abbiamo: Sono determinati e spinti dalla voglia di esercitare le proprie capacità. Questo concetto di libera scelta, di fare da solo è spesso spezzato dalle nostre paure e sopraffatto dalle nostre emozioni. 

Questo aspetto è molto complicato da comprendere, lo so. E’ difficile lasciar da parte ciò che siamo per dar spazio ai nostri figli, sembra una frase contraddittoria ma è vero! Quante volte scegliamo noi per loro, quante volte facciamo noi per loro. Queste piccole azioni costruiscono modi di fare e modi di pensare. Pensate al momento del parco giochi, quando abbiamo paura dei gradini dello scivolo e prendiamo in braccio il nostro piccolo per paura che cada; stiamo lasciando fare o scegliamo noi per loro? Questo è solo un esempio, ma è certo che a volte il nostro gigantesco amore ci rende protettivi (ed è bellissimo)  ma a volte non ci da la possibilità di far dimostrare a nostro figlio ciò che realmente è.

Per questo il messaggio importante che dovremmo far nostro è :

segui il bambino

In ogni circostanza in cui ci troviamo seguire ciò che lui ci sta chiedendo è la risposta.

  • Ci vuole fiducia reciproca nel lasciar spazio all’altro e richiederlo quando ne abbiamo bisogno.
  • Ci vuole coraggio a lasciar da parte le paure e provare a vedere ciò che gli altri vogliono mostrarci.
  • Ci vuole tempo perché ogni bambino ha il suo ritmo che è dettato dal suo cuore e ogni ritmo è diverso e conta tempi diversi.
  • Ci vuole rispetto di credere nel fatto che nostro figlio può farcela da solo senza il nostro aiuto.
  • Ci vuole calma e gentilezza, ogni persona è diversa, ogni cuore vive la propria storia.
  • Ci vuole ascolto verso ciò che sentiamo e verso ciò che hanno da dirci gli altri.
  • Ci vuole osservazione per vedere ciò di cui l’altro ha bisogno e mostrargli come poterlo fare.
  • Ci vuole forza per sostenere e guidare i nostri sentimenti e aiutare gli altri a poterlo fare da soli.

Lasciare spazio significa lasciare ai nostri figli la libertà di sbagliare, significa rispettarli abbastanza da poter far trovare a loro la soluzione giusta, si tratta di dare la possibilità di scelta per crescere secondo il loro cuore, accompagnandoli nella conoscenza delle proprie emozioni e guidandoli verso la scoperta del loro mondo. Si tratta di autoeducazione ed è bilaterale: educa-rsi per educa-re.

” Segui il bambino, lui sa”


Spero che questo articolo possa esserti stato utile. Sarei curiosa di sapere cosa ne pensi di questo argomento. Se ti va, fammelo sapere nei commenti.  

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A presto e buona giornata/serata!

Jessica

Autore:

Ledda Family Blog. Famiglia Montessori, scrittrice per passione e amante dell'educazione consapevole

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